La bellezza è sempre stata di genere

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Mar 24, 2023

La bellezza è sempre stata di genere

We assume that a fixed gender binary has been a constant throughout human

Partiamo dal presupposto che un binario di genere fisso sia stato una costante nel corso della storia umana. La dottoressa Maya Corry sostiene il contrario, guardando ai maestri del Rinascimento per sfidare la nostra comprensione contemporanea di bellezza, genere e forma ideale.

Ogni estate, i pendolari che prendono la metropolitana a Londra vengono accolti da un'ondata di pubblicità di marchi di fast fashion. Presentano le giovani e bellissime star di Love Island di quell'anno, agghindate e preparate per capitalizzare la loro nascente fama. Gli uomini sono profondamente abbronzati (raramente le star emergenti dello show sono nere) e muscolosi, con mascelle squadrate e capelli corti e curati. Le donne sono toniche e snelle, con seni grandi (spesso finti) e fluenti criniere di capelli (spesso finti). Si tratta di corpi modellati da miglioramenti chirurgici e cosmetici per conformarsi a un concetto strettamente binario di perfezione: non c'è alcuna possibilità che qualcuna di queste "bellezze" venga scambiata per il sesso opposto. L'ideale che incarnano non è nuovo; con i loro addominali tesi e l'invidiabile rapporto vita-fianchi evocano statue classiche, come l'Apollo del Belvedere o la Venere de' Medici, venerate durante il Rinascimento italiano. Eppure la bellezza è una qualità con una storia. Ciò che consideriamo attraente cambia e cambia nel tempo, e forze molto più ampie dell’inclinazione personale influenzano i nostri gusti. Accanto agli ideali dominanti ed egemonici, esistono e fioriscono quelli controculturali e sovversivi. Le immagini visive hanno sempre svolto un ruolo centrale nel plasmare le nozioni su cosa significhi essere un uomo o una donna e su cosa sia bello. Anche durante il Rinascimento, quando le forme antiche erano universalmente lodate, gli artisti esplorarono concetti alternativi di perfezione nel loro lavoro. A volte lo facevano in modi sorprendentemente curiosi.

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Un'intrigante manciata di immagini di quest'epoca raffigura corpi bellissimi che apparentemente rifiutano le categorie binarie di genere. Agli occhi moderni è difficile dire se si tratti di giovani uomini o donne. Curatori di musei e studiosi hanno condiviso questa confusione: un'opera catalogata come "Ritratto di gioventù" diventa in seguito "Ritratto di ragazza"; un singolo soggetto viene identificato come donna da uno storico dell'arte e come uomo da un altro. Gli spettatori originali avrebbero potuto fare questa distinzione con maggiore facilità. L'abito, la posa e gli attributi rendono evidente il sesso del soggetto. Anche così, l’ideale di bellezza in mostra è innegabilmente androgino, con poco che distingue i soggetti maschili da quelli femminili. Queste figure sono universalmente giovani, con pelle liscia e senza macchie, grandi occhi limpidi e fluenti capelli dorati. In altri esempi (in particolare nei disegni prodotti dai membri della bottega milanese di Leonardo da Vinci), è impossibile discernere il sesso di una figura: questo è un concetto di perfezione davvero fluido.

Queste immagini sono sorprendenti. Molti eccellenti lavori storici hanno esplorato la natura binaria e gerarchica degli atteggiamenti della prima età moderna nei confronti della differenza sessuale. Credenze profondamente misogine erano comunemente condivise e spesso espresse: come si chiedeva retoricamente uno studioso "Quale piacere degno di una mente studiosa ed esperta" potrebbe mai essere fornito da "una donna inetta, sciocca e ottusa (come sono tutte le donne)?" L’eccessiva femminilità in un uomo era duramente condannata, con predicatori, medici e legislatori che cercavano tutti di reificare e vigilare sulle distinzioni di sesso. Tuttavia, coesistendo con questi atteggiamenti rigidi, approcci al genere giocosi, dirompenti e fluidi furono espressi in tutta una serie di campi, tra cui la medicina, la teologia, la teoria dell’arte, la letteratura, le scienze naturali (in particolare l’alchimia), la vita sociale e la sessualità. Isolare questi fili e intrecciarli insieme rivela nuovi approcci al corpo premoderno; diventa chiaro che alcuni si divertivano e si dilettavano in forme che oggi potremmo definire genderqueer.

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Quando pensiamo alla bellezza nella storia dell'arte occidentale e ai "grandi maestri" del Rinascimento italiano, tendiamo a presumere che gli standard di perfezione maschile e femminile fossero separati e chiaramente definiti.

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